My Fair Eliza

My Fair Eliza

Commedia Musicale in due Atti
tratta da “Pygmalion” di George Bernard-Shaw
con le musiche di Frederick Loewe
Adattamento, traduzione e regia a cura di Emmanuele D’Urso

La Trama

Siamo nella Londra del 1950. Henry Higgins, professore di fonetica di fama internazionale, scommette con il Colonnello Pickering, suo amico, di riuscire a trasformare la povera e disadattata fioraia Eliza Doolittle in una dama di alta classe, entro sei mesi. L’esperimento porterà il carattere scontroso e misogino di Higgins e la testardaggine e il senso del giusto di Eliza a scontrarsi più volte, coinvolgendo Pickering in assurde e spesso illogiche diatribe. Riuscirà Eliza a passare per Duchessa al ballo dell’Ambasciata? E, soprattutto, riusciranno mai i due ad andare d’accordo?

Pygmalion, di George Bernard Shaw, da cui è tratta questa commedia musicale, è un’opera senza tempo. Qualcuno, oggi, si chiederebbe se rispecchi i valori della nostra società, se si possa ancora trarre un insegnamento dalla visione di quest’opera. Il problema, secondo me, non sussiste.

Mai come oggi si sono trattati i temi della misoginia, della povertà, dei giganti che si fanno gioco dei piccoli. Dei nullatenenti che rifiutano un posto di lavoro per il “piacere” di godersi la vita senza gli obblighi e i doveri che derivano dal percepire uno stipendio.

Mai come oggi la lingua e il linguaggio sono stati fattori determinanti nella nostra società. Come tutte le grandi Opere, anche Pygmalion resiste al tempo e ai grandi cambiamenti che ne derivano.

My Fair Eliza vuole essere un’opera che sprizza gioia da tutte le parti. Per questo la scelta musicale ricade sulle musiche di Frederick Loewe che, con brani stupendi come “Avrei danzato ancor”, “La Rana in Spagna gracida in campagna” e “Inno all’uomo”, riescono a riecheggiare nel tempo e nello spazio e a far assaporare tempi lontani oltre un secolo ma mai, come oggi, così attuali.

Ho voluto ridurre il numero di personaggi per porre l’accento sulle faccende centrali alla storia e, nonostante tutto, il succo e l’energia frizzantina dell’Opera originale rimangono immutate, se non enfatizzate grazie al minimalismo scenografico ispirato allo stile anglosassone del ‘900 e ad una regia quasi da camera, intima e confortevole, che darà al pubblico il modo di gustarne ogni singola battuta.

My Fair Eliza è una favola possibile, e proprio per questo ci attira già naturalmente. Dopotutto, Pygmalion è un grande classico del 1912 e nasce come pura commedia.

Il taglio che ho voluto dare è quello brillante, con enfasi sulle battute. La recitazione è eccentrica e incalzante, sorniona e a tratti emozionante.

Una commedia musicale senza tempo, dicevamo: ragion per cui lo spettacolo vola in un batter d’occhio.

Emmanuele D’Urso

NOTE DI REGIA

Pygmalion, di George Bernard Shaw, da cui è tratta questa commedia musicale, è un’opera senza tempo. Qualcuno, oggi, si chiederebbe se rispecchi i valori della nostra società, se si possa ancora trarre un insegnamento dalla visione di quest’opera. Il problema, secondo me, non sussiste.

Mai come oggi si sono trattati i temi della misoginia, della povertà, dei giganti che si fanno gioco dei piccoli. Dei nullatenenti che rifiutano un posto di lavoro per il “piacere” di godersi la vita senza gli obblighi e i doveri che derivano dal percepire uno stipendio.

Mai come oggi la lingua e il linguaggio sono stati fattori determinanti nella nostra società. Come tutte le grandi Opere, anche Pygmalion resiste al tempo e ai grandi cambiamenti che ne derivano.

My Fair Eliza vuole essere un’opera che sprizza gioia da tutte le parti. Per questo la scelta musicale ricade sulle musiche di Frederick Loewe che, con brani stupendi come “Avrei danzato ancor”, “La Rana in Spagna gracida in campagna” e “Inno all’uomo”, riescono a riecheggiare nel tempo e nello spazio e a far assaporare tempi lontani oltre un secolo ma mai, come oggi, così attuali.

Ho voluto ridurre il numero di personaggi per porre l’accento sulle faccende centrali alla storia e, nonostante tutto, il succo e l’energia frizzantina dell’Opera originale rimangono immutate, se non enfatizzate grazie al minimalismo scenografico e ad una regia quasi da camera, intima e confortevole, che darà al pubblico il modo di gustarne ogni singola battuta.

My Fair Eliza è una favola possibile, e proprio per questo ci attira già naturalmente, senza il bisogno di arricchire l’opera con scenografie da capogiro e corpo da ballo degno de’ “La Scala”. Dopotutto, Pygmalion è un grande classico del 1912 e nasce come pura commedia.

Il taglio che ho voluto dare è quello brillante, con enfasi sulle battute. La recitazione è eccentrica e incalzante, sorniona e a tratti emozionante.

Una commedia musicale senza tempo, dicevamo: ragion per cui le quasi due ore di spettacolo volano in un batter d’occhio.

Riproduci video

Il Cast

Martina Consiglio

ELIZA DOOLITTLE

Emmanuele D'Urso

HENRY HIGGINS

Francesco Spicola

HUGH PICKERING

Valerio Vella

ALFRED DOOLITTLE

Francesca Felentino

SIGNORA PEARCE

Vincenzo Vanadia

ALFRED / PICKERING cover

Lo Staff

Adattamento e Traduzione: Emmanuele D’Urso

Scenografie: Valerio Vella

Assistenti Scenografia: Michelangelo Buscema / Paolo Tuzzè

Costumi: Paolo Tuzzè / Ekaterina Vasileva

Trucco e Parrucco: Gabriele Tuttolomondo

Direttore di Produzione: Orazio Ciccone

Assistente alla regia: Ekaterina Vasileva

Regia: Emmanuele D’Urso